martedì 29 settembre 2015

I primi anzesi...chi erano costoro?


Erano Enotri, appartenenti cioè, ad un popolo che abitava quella che gli antichi Greci chiamavano la “terra del vino”, ovvero una vasta zona che comprendeva l’attuale Basilicata, la parte più settentrionale della Calabria e quella centrale della Puglia.


Veduta di una delle valli sottostanti Anzi
Le tracce più antiche di questo popolo in Basilicata risalgono al IX sec. a. C., ad Anzi, invece, al VII sec. a. C., presumibilmente l’epoca in cui una piccola comunità enotra si insediò sul monte Siri e fondò il paese. Gli Enotri erano soliti, infatti, costruire i loro villaggi su alture presso le valli fluviali lungo le quali si snodavano gli antichi percorsi di collegamento con le zone costiere per controllarli e partecipare agli scambi commerciali.

Che i primi anzesi fossero di stirpe enotra ci è stato rivelato dalla documentazione archeologica raccolta in diverse campagne di scavi, durante le quali sono state ritrovate tombe a fossa coperte da lastroni di pietra con dentro i resti dei defunti deposti in posizione distesa supina. Il particolare relativo alla posizione dei defunti, ha chiarito il fatto che questi anzesi fossero proprio Enotri e non invece Chones, un popolo sempre di stirpe enotra che abitava la zona sud orientale della Basilicata e che seppelliva i morti in posizione rannicchiata su un fianco.

A confermare ulteriormente l’identità etnico-culturale di Anzi e, quindi, la sua sicura appartenenza all’ambito enotro, ci sono poi i tantissimi vasi sepolcrali che facevano parte dei corredi funebri delle sepolture delle persone più importanti della comunità. I vasi di produzione indigena erano di ceramica decorata con semplici motivi geometrici di due colori, rosso e bruno, in vivace contrasto con il fondo chiaro.
Frammento di piatto con decorazione geometrica bicroma,
VI sec. a. C. da Anzi, loc. Potente
Ad Anzi sono state ritrovate per lo più piccole olle e brocche, le forme di ceramica enotra più antiche e più diffuse, ma anche altri tipi di ceramiche le cui forme e decorazioni sono chiaramente riconducibili alla cultura greca ed etrusca.
La presenza di queste ceramiche “straniere” ci conferma il fatto che gli anzesi avevano cominciato a intrattenere relazioni sempre più intense e proficue sia con i Greci (le cui colonie si erano definitivamente stanziate lungo le coste del Tirreno e dello Ionio) che con gli Etruschi in Campania. Il risultato di questi contatti comportò un progressivo sviluppo dell’economia degli Enotri e la formazione di famiglie più ricche e potenti all’interno delle comunità, per le quali diventò consuetudine prendere beni di prestigio e modelli di comportamento dal mondo greco ed etrusco. Seppellire i morti con un corredo funerario costituito da tanti e diversi recipienti per bere il vino, rimandava, ad esempio, ad un complesso rituale di preparazione e consumo di questa bevanda sacra di sicura origine greca, come pure greco era lo stesso dio Diòniso a cui il rituale era dedicato.

Veduta di una delle valli sottostanti Anzi

Purtroppo, non abbiamo altre foto a disposizione da mostrarvi dei ritrovamenti anzesi, per cui invitamo ancora una volta i lettori interessati a visitare la mostra Ritorno ad Anxia (ad Anzi fino al 31 ottobre) e ad approfondire la conoscenza degli Enotri cercando su internet gli articoli relativi. A questo proposito, vogliamo segnalarvi in particolare i seguenti saggi: “Identificazione degli Enotri” di S. Bianco e A. Preite; e “Tra Enotri e Lucani: le necropoli del V e IV secolo a S. Martino d’Agri” di A. Russo e M. A. Vicari Sottosanti.

Questi due eccellenti saggi riportano i frutti dello studio dei reperti eccezionali rinvenuti in vari siti enotri della Basilicata ed essendo corredati da una bellissima documentazione fotografica, siamo certi che susciteranno sicuramente non solo la vostra ammirazione, ma anche la voglia di saperne ancora di più. Buona lettura!

(liberamente tratto dal testo “L’età arcaica” di F. Donnici contenuto nell’app Ritorno ad Anxia, un’applicazione per smartphone e tablet android da scaricare gratuitamente su google play)      Rossana Andriuzzi

 

giovedì 24 settembre 2015

La "nascita" di Anzi

Il giorno, il mese e l’anno in cui Anzi è “nato”, molto probabilmente non li conosceremo mai, ma sappiamo per certo che ben 2.600 anni fa qualcuno già vi abitava. Questa certezza ci è data dai tanti ritrovamenti archeologici avvenuti nella zona, consistenti prevalentemente in resti di ceramiche e tombe, che gli studiosi fanno risalire al VII-VI secolo a. C.

Roma era, dunque, “nata” da poco (la leggenda vuole il 21 aprile del 753 a. C.) e destinata a tutt’altra storia, quando avvenne il primo (forse) insediamento umano sul monte Siri, il monte su cui ancora oggi sorge Anzi. E se ad oggi rimane ancora piuttosto approssimativo e carico soprattutto di interrogativi il periodo in cui avvenne questo primo insediamento, non lo è il motivo per cui venne scelto proprio il monte Siri come sede. Questo monte, infatti, è alto 1.067 m. ed è accessibile solo da un lato mentre tutti gli altri lati, prima della costruzione delle strade moderne, prensentavano pendici ripide e difficilmente praticabili. Un luogo che si prestava ottimamente alla difesa dunque, e, soprattutto, dove non si poteva essere sorpresi dal nemico, ma non solo.

veduta aerea di Anzi sul monte Siri
Secondo quanto gli studiosi hanno recentemente appurato, la scelta cadde sul monte Siri anche perchè da qui si poteva controllare tutta la zona circostante dove si era venuto a formare un importante crocevia di sentieri: da qui passava, infatti, un percorso che portava a sud verso la Val d’Agri e l’alta valle del Sauro e un altro che collegava la costa tirrenica con quella ionica. Da Anzi si poteva, quindi, controllare chi andava in una direzione o nell’altra e, soprattutto, cosa portava. Da quando erano sorte le città dei coloni greci (sbarcati in varie zone dell’Italia meridionale nell’ VIII sec. a.C.), si era venuto a creare, infatti, un interesse crescente per quanto i nuovi venuti avevano da offrire. Le popolazioni dell’interno cercarono di sfruttare strategicamente i luoghi di passaggio obbligato dei traffici commerciali e delle persone per migliorare le proprie condizioni di vita, arricchendosi di nuovi, e pertanto preziosi, apporti culturali.

In conclusione, sembrerebbe dunque che Anzi non sia nata per essere una fortezza chiusa e inaccessibile preoccupata solo di difendersi o nascondersi al mondo, ma, al contrario, per avere una posizione il più possibilmente privilegiata nel collegamento interno della regione, aprendosi ai contatti col mondo, per esserci partecipando e contribuendo sempre, anche se nei limiti del suo piccolo. Un tratto distintivo questo che si è in qualche modo preservato, in quanto caratterizza marcatamente anche l'Anzi odierna.


(liberamente tratto dal testo “Il territorio” di F. Donnici e M. Sileo contenuto nell’app Ritorno ad Anxia, un’ applicazione per smartphone e tablet android da scaricare gratuitamente su google play)

                                                                                                 Rossana Andriuzzi

                                                            

lunedì 14 settembre 2015

La mostra archeologica RITORNO AD ANXIA

è stata prorogata fino al 31 ottobre!!


Ricordiamo agli eventuali avventori che:
- la mostra si tiene nelle cantine del Palazzo La Fenice in via Fittipaldi ad Anzi (PZ)
- è aperta tutti i giorni dalle 18:30 alle 20:00
- un membro della nostra associazione vi accompagnerà nella visita guidata
- l'ingresso è gratuito

per ulteriori informazioni sulla mostra e per scoprire quali altri luoghi di interesse il paese ha da offrire, vi preghiamo di telefonare allo 0971-962052 

Vi aspettiamo numerosi!

lunedì 7 settembre 2015

RITORNO AD ANXIA...dopo un lungo oblìo!


Per tanto, troppo tempo è stato solo un susseguirsi di voci: “ad Anzi hanno ritrovato tombe antichissime, addirittura di epoca enotra!” e ancora: “vasi e anfore antiche trovate ad Anzi sono esposte nei musei archeologici più famosi d’Europa: a Napoli, a Londra...persino a Copenaghen!” e così via.
Ma gli anzesi di tutto ciò, per tanto, troppo tempo hanno visto e saputo poco e niente...

Poi, finalmente, quest’estate le voci si sono materializzate in reperti di gran pregio storico-artistico e hanno trovato non solo conferma, ma ulteriori motivi per rafforzarsi grazie ai sorprendenti risultati delle ricerche che hanno condotto all’allestimento della mostra archeologica RITORNO AD ANXIA.
 
La mostra merita seriamente di essere visitata perchè...
...vi sono esposti per la prima volta reperti di eccezionale valore archeologico donati dagli anzesi Rocchina Allegretti e Donato Ruggieri

... i contenuti della mostra sono corredati di approfondimenti digitali raccolti nell’ app RITORNO AD ANXIA (che vi invitiamo a scaricare gratuitamente da android su google play)

...è il risultato di complesse ricerche che fanno parte di un più ampio e interessante progetto di studio diretto dall’autorevole dott.ssa Maria Chiara Monaco e dai suoi collaboratori della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata, dell’Università degli Studi della Basilicata-DiSU e del CNR-IBAM di Potenza.

...la sua realizzazione è il frutto dell’impegno e della collaborazione di molti anzesi membri sia dell’attuale amministrazione comunale che delle varie associazioni che vi hanno lavorato mossi esclusivamente dall’amore per la nostra terra.

Il più grande merito di questa mostra è senz’altro, infatti, quello di avere restituito non solo a noi anzesi, ma anche a tutti i lucani, un pezzetto del nostro passato, facendolo uscire dall’oblìo dell’indifferenza per la nostra storia antica e permettendoci di riappropiarcene in qualità di storia documentata.

Per chi potrà venire a trovarci, vi aspettiamo allora ad Anzi (PZ) nelle cantine del Palazzo La Fenice dove vi guideremo nella visita della mostra che rimarrà aperta tutti i giorni fino all’11 settembre; a tutti gli altri interessati che non possono raggiungerci, seguite il nostro blog perchè nei prossimi post cercheremo di raccontarvela brevemente.

Grazie per l’attenzione e il tempo che ci avete dedicato e ...
 
a presto!
 
Rossana Andriuzzi
(membro dell'Associazione L'Idria)