Il giorno, il mese e l’anno in cui Anzi è “nato”, molto probabilmente non li conosceremo mai, ma sappiamo per certo che ben 2.600 anni fa qualcuno già vi abitava. Questa certezza ci è data dai tanti ritrovamenti archeologici avvenuti nella zona, consistenti prevalentemente in resti di ceramiche e tombe, che gli studiosi fanno risalire al VII-VI secolo a. C.
Roma era, dunque, “nata” da poco (la leggenda vuole il 21 aprile del 753 a. C.) e destinata a tutt’altra storia, quando avvenne il primo (forse) insediamento umano sul monte Siri, il monte su cui ancora oggi sorge Anzi. E se ad oggi rimane ancora piuttosto approssimativo e carico soprattutto di interrogativi il periodo in cui avvenne questo primo insediamento, non lo è il motivo per cui venne scelto proprio il monte Siri come sede. Questo monte, infatti, è alto 1.067 m. ed è accessibile solo da un lato mentre tutti gli altri lati, prima della costruzione delle strade moderne, prensentavano pendici ripide e difficilmente praticabili. Un luogo che si prestava ottimamente alla difesa dunque, e, soprattutto, dove non si poteva essere sorpresi dal nemico, ma non solo.
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veduta aerea di Anzi sul monte Siri |
Secondo quanto gli studiosi hanno recentemente appurato, la scelta cadde sul monte Siri anche perchè da qui si poteva controllare tutta la zona circostante dove si era venuto a formare un importante crocevia di sentieri: da qui passava, infatti, un percorso che portava a sud verso la Val d’Agri e l’alta valle del Sauro e un altro che collegava la costa tirrenica con quella ionica. Da Anzi si poteva, quindi, controllare chi andava in una direzione o nell’altra e, soprattutto, cosa portava. Da quando erano sorte le città dei coloni greci (sbarcati in varie zone dell’Italia meridionale nell’ VIII sec. a.C.), si era venuto a creare, infatti, un interesse crescente per quanto i nuovi venuti avevano da offrire. Le popolazioni dell’interno cercarono di sfruttare strategicamente i luoghi di passaggio obbligato dei traffici commerciali e delle persone per migliorare le proprie condizioni di vita, arricchendosi di nuovi, e pertanto preziosi, apporti culturali.
In conclusione, sembrerebbe dunque che Anzi non sia nata per essere una fortezza chiusa e inaccessibile preoccupata solo di difendersi o nascondersi al mondo, ma, al contrario, per avere una posizione il più possibilmente privilegiata nel collegamento interno della regione, aprendosi ai contatti col mondo, per esserci partecipando e contribuendo sempre, anche se nei limiti del suo piccolo. Un tratto distintivo questo che si è in qualche modo preservato, in quanto caratterizza marcatamente anche l'Anzi odierna.
(liberamente tratto dal testo “Il territorio” di F. Donnici e M. Sileo contenuto nell’app Ritorno ad Anxia, un’ applicazione per smartphone e tablet android da scaricare gratuitamente su google play)
Rossana Andriuzzi
Interessante la storia del mio caro Paesello nativo
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