giovedì 24 settembre 2015

La "nascita" di Anzi

Il giorno, il mese e l’anno in cui Anzi è “nato”, molto probabilmente non li conosceremo mai, ma sappiamo per certo che ben 2.600 anni fa qualcuno già vi abitava. Questa certezza ci è data dai tanti ritrovamenti archeologici avvenuti nella zona, consistenti prevalentemente in resti di ceramiche e tombe, che gli studiosi fanno risalire al VII-VI secolo a. C.

Roma era, dunque, “nata” da poco (la leggenda vuole il 21 aprile del 753 a. C.) e destinata a tutt’altra storia, quando avvenne il primo (forse) insediamento umano sul monte Siri, il monte su cui ancora oggi sorge Anzi. E se ad oggi rimane ancora piuttosto approssimativo e carico soprattutto di interrogativi il periodo in cui avvenne questo primo insediamento, non lo è il motivo per cui venne scelto proprio il monte Siri come sede. Questo monte, infatti, è alto 1.067 m. ed è accessibile solo da un lato mentre tutti gli altri lati, prima della costruzione delle strade moderne, prensentavano pendici ripide e difficilmente praticabili. Un luogo che si prestava ottimamente alla difesa dunque, e, soprattutto, dove non si poteva essere sorpresi dal nemico, ma non solo.

veduta aerea di Anzi sul monte Siri
Secondo quanto gli studiosi hanno recentemente appurato, la scelta cadde sul monte Siri anche perchè da qui si poteva controllare tutta la zona circostante dove si era venuto a formare un importante crocevia di sentieri: da qui passava, infatti, un percorso che portava a sud verso la Val d’Agri e l’alta valle del Sauro e un altro che collegava la costa tirrenica con quella ionica. Da Anzi si poteva, quindi, controllare chi andava in una direzione o nell’altra e, soprattutto, cosa portava. Da quando erano sorte le città dei coloni greci (sbarcati in varie zone dell’Italia meridionale nell’ VIII sec. a.C.), si era venuto a creare, infatti, un interesse crescente per quanto i nuovi venuti avevano da offrire. Le popolazioni dell’interno cercarono di sfruttare strategicamente i luoghi di passaggio obbligato dei traffici commerciali e delle persone per migliorare le proprie condizioni di vita, arricchendosi di nuovi, e pertanto preziosi, apporti culturali.

In conclusione, sembrerebbe dunque che Anzi non sia nata per essere una fortezza chiusa e inaccessibile preoccupata solo di difendersi o nascondersi al mondo, ma, al contrario, per avere una posizione il più possibilmente privilegiata nel collegamento interno della regione, aprendosi ai contatti col mondo, per esserci partecipando e contribuendo sempre, anche se nei limiti del suo piccolo. Un tratto distintivo questo che si è in qualche modo preservato, in quanto caratterizza marcatamente anche l'Anzi odierna.


(liberamente tratto dal testo “Il territorio” di F. Donnici e M. Sileo contenuto nell’app Ritorno ad Anxia, un’ applicazione per smartphone e tablet android da scaricare gratuitamente su google play)

                                                                                                 Rossana Andriuzzi

                                                            

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