E siamo giunti alla fine del nostro riepilogo della mostra Ritorno ad Anxia allestita nelle cantine del Palazzo Fittipaldi di Anzi, e giunta ormai (purtroppo!) quasi alla conclusione.
Dopo averci fatto ammirare e conoscere le testimonianze della storia millenaria di Anzi, i curatori della mostra ci lasciano con un’ultima rivelazione, la più sorprendente, che ha su di noi visitatori l’effetto di un lampo che con il suo bagliore ci rivela ancora squarci del nostro sconosciuto passato.
Tutto nasce dalla più ovvia delle domande: se Anzi ha una storia così antica con un periodo in particolare, quello lucano, così florido dal punto di vista artistico-culturale, possibile che le testimonianze pervenuteci siano solo i reperti esposti nella mostra? E se ci sono stati altri ritrovamenti, che fine hanno fatto?
Dopo averci fatto ammirare e conoscere le testimonianze della storia millenaria di Anzi, i curatori della mostra ci lasciano con un’ultima rivelazione, la più sorprendente, che ha su di noi visitatori l’effetto di un lampo che con il suo bagliore ci rivela ancora squarci del nostro sconosciuto passato.
Tutto nasce dalla più ovvia delle domande: se Anzi ha una storia così antica con un periodo in particolare, quello lucano, così florido dal punto di vista artistico-culturale, possibile che le testimonianze pervenuteci siano solo i reperti esposti nella mostra? E se ci sono stati altri ritrovamenti, che fine hanno fatto?
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Testa di Medusa, particolare della ginocchiera di statua bronzea di cavaliere, V sec. a. C., da Anzi, Londra, British Museum |
E così veniamo a sapere che pare che ad oggi ben 26 casse di reperti archeologici anzesi giacciono nei depositi del Museo Archeologico Provinciale di Potenza...dicerie? Non si sa, chi scrive non è in grado di confermarlo. Di certo, però, si sa che all’inizio dell’Ottocento ad Anzi fu portato alla luce un patrimonio archelogico di inestimabile valore come testimonia anche lo studioso lucano A. Lombardi nei suoi Discorsi accademici e altri opuscoli del 1832, dove arriva a definire Anzi un “suolo fertilissimo” per la gran quantità e varietà di ritrovamenti. In un altro testo, sempre dell’Ottocento, si racconta addirittura del rinvenimento ad Anzi di tombe a camera con pareti affrescate del periodo lucano (V-IVsec. a. C.), le uniche ad oggi segnalate per la Lucania interna.
Purtroppo però, siccome gli anzesi dell’epoca fecero prevalere la logica del profitto, tutto quanto fu trovato andò trafugato senza che venisse prodotto un minimo di documentazione circa i luoghi e la consistenza dei ritrovamenti, e poi venduto in maniera per lo più illecita. Approfittando dell’”anticomania” di moda all’epoca e, quindi, del gran desiderio da parte di tanti nobili di avere una propria collezione di antichità, gli anzesi ne fecero commercio e così il nostro cospicuo patrimonio archeologico è andato disperso per sempre.
Non tutto è andato perduto, però, perchè diversi reperti sicuramente anzesi sono stati rintracciati in famosi musei archeologici di questo e di altri continenti. Qualcosa quindi ci resta, per non parlare poi dell’annuncio che la dottoressa Monaco, ideatrice e coordinatrice del progetto della mostra, ci ha fatto nella conferenza di inaugurazone della mostra tenutasi lo scorso agosto. La dottoressa vorrebbe, infatti, creare il Museo Archeologico Virtuale di Anzi, un museo dove finalmente potremmo conoscere e ammirare il nostro bellissimo patrimonio archeologico scoprendo pezzi della nostra storia e, quindi, della nostra identità. Un progetto intelligente, concreto e fattibile che trova il pieno appoggio di tutti (suppongo..) gli anzesi.
Alla dott.ssa Maria Chiara Monaco Anzi deve tanto perchè si è interessata al nostro paese non a chiacchiere ma a fatti, allestendo immediatamente una mostra con le donazioni ricevute dai cittadini anzesi affinchè tutti potessero vedere e sapere, nonchè promuovendo ricerche e studi specifici sul nostro territorio per dare ad Anzi il ricoscimento che gli spetta di diritto per il ruolo e il valore che ha avuto nella storia, cultura e arte della nostra regione.
Alla dottoressa Monaco e ai suoi valenti collaboratori giunga pertanto e ancora una volta il nostro grazie più sentito!
Alla dott.ssa Maria Chiara Monaco Anzi deve tanto perchè si è interessata al nostro paese non a chiacchiere ma a fatti, allestendo immediatamente una mostra con le donazioni ricevute dai cittadini anzesi affinchè tutti potessero vedere e sapere, nonchè promuovendo ricerche e studi specifici sul nostro territorio per dare ad Anzi il ricoscimento che gli spetta di diritto per il ruolo e il valore che ha avuto nella storia, cultura e arte della nostra regione.
Alla dottoressa Monaco e ai suoi valenti collaboratori giunga pertanto e ancora una volta il nostro grazie più sentito!
(liberamente tratto dai testi di Fabio Donnici contenuti nell'app Ritorno ad Anxia, un'applicazione per smartphone e tablet android che si può scaricare gratuitamente da Google Play)
Rossana Andriuzzi