Fra i reperti esposti nella mostra Ritorno ad Anxia, i resti del corredo funebre di un guerriero anzese del IV sec. a. C. sono i meno appariscenti ma, a nostro avviso, decisamente i più suggestivi. Forte e toccante è, infatti, il potere evocativo di oggetti come questi che appartengono alla sacralità del culto dei morti ma che, al contempo, rimandano a una vita vissuta e persa ormai nel mistero del tempo.
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Krateriskos apulo a figure rosse, fine IV sec. a.C. da Anzi |
A giudicare dal tipo di armi, abbiamo saputo, infatti, che il nostro guerriero è stato seppellito con tutti gli onori ben 2.300 anni fa. A quell’epoca Anzi non era più un piccolo centro enotro, ma era parte di quella che gli storici antichi chiamarono la “Grande Lucania”, cioè di un territorio molto più vasto dell’attuale Basilicata, conquistato dai Lucani, un popolo di bellicosi guerreri discendente dai Sanniti.
I Lucani abitarono Anzi per la sua posizione strategica, ideale per controllare il territorio circostante, la fortificarono con alte mure, mescolarono la loro alla pre-esistente cultura enotra dando vita a una civiltà in cui ai guerrieri, come il nostro, era riservato un ruolo sociale di grande importanza e rispetto.
In quei secoli Anzi fu una cittadina molto attiva la cui cultura e lo stile di vita continuarono a risentire della forte influenza culturale dei Greci delle colonie vicine. Esempi di questa influenza le troviamo, ad esempio, nelle rarissime iscrizioni in lingua osca, la lingua dei Lucani, quasi tutte rinvenute ad Anzi. I Lucani, infatti, pur parlando l’osco, adottarono presto l’alfabeto greco per scrivere, ma essendo l’osco una lingua ancora oggi sconosciuta, le iscrizioni non sono ancora state decifrate.
La prova più evidente e indiscutibile del fascino esercitato dalla cultura greca è, però, il pregevole vasellame, non solo ceramico, ritrovato nelle tombe. La brocca di bronzo di cui vi mostriamo il particolare del sileno (una divinità greca dei boschi) attualmente esposta al museo di Napoli, ha destato molti interrogativi negli studiosi circa il tenore di vita che conducevano gli antichi anzesi e la provenienza della loro disponibilità economica, i loro gusti estetici, le preferenze culturali etcc. Grande ammirazione desta, invece, in tutti noi l’altissima qualità della fattura della brocca e il fatto che, a detta degli esperti, i particolari del viso del sileno sono fatti con inserti in rame, argento e paste vitree che rimandano alla stessa tecnica di lavorazione dei Bronzi di Riace.
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oinochoe in bronzo, V-IV sec. a. C. Museo Archeologico Nazionale di Napoli |
Non sono da meno in quanto a pregio artistico i manufatti ceramici, rinvenuti numerosissimi soprattutto nell’Ottocento. Dall’analisi di questi, diversi studiosi sono giunti addirittura ad ipotizzare che Anzi avesse un proprio centro di produzione ceramica, una o addirittura più botteghe specializzate nel fare e dipingere vasellame ceramico. Questa ipotesi è avvalorata dal fatto che molti dei vasi ritrovati ad Anzi, nella maggior parte realizzati con la tecnica della pittura a figure rosse ( tecnica che si era diffusa nel IV a. C. in tutte le officine ceramiche della Magna Grecia) sembrano appartenere stilisticamente alle stesse mani, genericamente indicate come quella del Pittore del Primato e del Pittore delle Coefore. In particolare il mito delle Coefore, nella versione più famosa delle tragedie di Eschilo, risulta essere il mito più rappresentato sulle ceramiche di Anzi, segno della grande presa che deve aver avuto sugli anzesi il dramma morale, esistenziale e religioso da questo sollevato.
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Anfora a figure rosse, 350-330 a. C., da Anzi |
La visita della mostra si conclude perciò con un video davvero soprprendente e originale in cui le figure di una bellissima anfora anzese si animano e raccontano la storia e il dramma delle Coefore rendendo così il visitatore emotivamente partecipe di quell’antico “sentire” anzese.
(liberamente tratto dai testi di F. Donnici, A. Parenti, A. R. Lucciardi, L. Parisi, E. Esposito contenuti nell’app Ritorno ad Anxia, un’ applicazione per smartphone e tablet android da scaricare gratuitamente su google play)
Rossana Andriuzzi
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