domenica 23 luglio 2017

Convegno e nuova Mostra documentaria, 9 agosto 2017

L'Associazione di Promozione Sociale L'IDRIA di Anzi organizza, per il prossimo 9 agosto, un Convegno di studi incentrato sulle diverse forme di comunicazione adottate in Italia durante la Grande Guerra, con particolare attenzione alla Basilicata e, nello specifico, all’area del potentino.

Il Convegno vedrà la partecipazione, in qualità di relatori, di due giovani docenti dell'Università degli Studi della Basilicata, ricercatori di Storia Contemporanea, nonché profondi conoscitori della realtà storica lucana: il prof. Gaetano Morese e il prof. Donato Verrastro.

Lo scopo della Tavola rotonda è quello di illustrare gli strumenti utilizzati e le modalità adottate per “comunicare” la guerra. Ampio spazio sarà dedicato all'approfondimento del ruolo delle riviste come canali comunicativi e mezzi di persuasione delle masse.

Al Convegno seguirà l'inaugurazione di una Mostra Documentaria nella quale saranno esposti articoli selezionati da periodici e riviste lucane del Primo Novecento. Lo scopo della mostra sarà quello di evidenziare come la stampa di area potentina ha raccontato la Grande Guerra (il dibattito pubblico tra interventisti e neutralisti, le posizioni dei diversi ceti sociali, degli organismi culturali e della Chiesa, il racconto delle azioni belliche, il ricordo dei caduti e le celebrazioni post belliche).

Una sezione della Mostra sarà dedicata specificatamente ad Anzi, alla rappresentazione, fornita dalla stampa, di fatti di storia locale o di vicende legate a protagonisti della vita sociale e politica del primo ventennio del Novecento.

venerdì 21 luglio 2017

Gli autori

L’Associazione L’Idria conta di moltissimi soci e sostenitori, ma i membri che si sono impegnati in questa seconda fatica storico-letteraria, che per due anni li ha visti impegnati in ricerche di tipo documentario e a cui va il nostro più sentito ringraziamento, sono:

Il prof. Franco Casella, le dott.sse Delia Cicchetti, Carmela De Stefano, Carmela Motta, il prof. Donato Ruggieri e il dott. Donato Tito; importanti contributi su altri argomenti attinenti sono stati dati anche dal dott. Mariano Marcogiuseppe, dal prof. Michele Cauzillo e dalla prof.ssa Egidia Perretti.

Un particolare ringraziamento va anche a Giuliano De Asmundis per aver fornito foto originali di Anzi più o meno di quel periodo.


Il libro verrà presentato il 4 agosto.










mercoledì 19 luglio 2017

Il ricordo della Prima Guerra Mondiale di Buchicchio Saverio

Mossi sempre dall'intento di far conoscere l'ultimo grande lavoro storico-documentario e letterario dell'Associazione L'Idria, il libro Storie di anzesi nella Grande Guerra: i reduci, pubblichiamo qui di seguito uno dei preziosi ricordi di uno dei reduci, Saverio Buchicchio, riportato dall'omonimo nipote.

Il ricordo della Prima Guerra Mondiale di Buchicchio Saverio

Anche mio nonno, Saverio Buchicchio, è stato un reduce della Grande Guerra; in particolare ha combattuto sui monti a nord di Bolzano.
Mi parlava sempre delle lunghe giornate di combattimento, dei tantissimi morti e di come la sera lui e gli altri del Reggimento cercavano di trasportare i feriti a valle per curarli.

Un pomeriggio mio nonno, dopo aver “divorato” 3 scatolette di carne (la razione di una settimana) con la consapevolezza che se “doveva morire almeno sarebbe morto con lo stomaco pieno” vide un soldato ferito magro ed esile di corporatura. Senza perdere tempo gli disse: “appena suona la sirena aggrappati a me…reggiti bene perché non mi fermerò per nessun motivo.”

La paura di essere catturato era tanta ecco perché in pochissimo tempo arrivò giù a valle.
"…Quando ho visto la “malparata” mi sono caricato un mio fratello sulle spalle e…ci siamo salvati…diceva sempre e ancora…sono sceso da quella montagna più veloce di uno stambecco…."
Purtroppo quasi tutti i soldati feriti che erano a valle furono costretti a ritornare in montagna durante la notte perché l’indomani dovevano continuare a combattere contro gli Austriaci.
Mio nonno pensava che non poteva essere punito anche perché aveva salvato un “suo fratello” ferito in modo grave mentre lui aveva solo una piccola ferita al naso causata dallo scoppio di un ordigno e quella scheggia penetrata nel naso l’ha tenuta per tutta la vita.


Ringraziamo per questo ricordo il nipote, Saverio Buchicchio

lunedì 17 luglio 2017

Ruggieri Rocco, il contadino pluridecorato

Ruggieri Rocco, classe 1895
A titolo puramente esemplificativo pubblichiamo una delle numerose schede biografiche dei reduci anzesi della Prima Guerra Mondiale contenute nel libro in prossima uscita Storie di anzesi nella Grande Guerra: i reduci.

Ruggieri Rocco, matricola 2555 classe 1895


Figlio di Giuseppe Nicola e Saccomandi Maria Battista
Nato a Bragado (Buenos Aires) il 5 dicembre 1895
Sposato il 15 settembre 1922 con Pecora Teresina    
Figli:
Maria Battista (n. 1932) Giuseppe Nicola (n. 1926)  Michele (n. 1928) Antonio (n. 1936 †)
Morto ad Anzi il 16 gennaio 1975

                                       Il contadino pluridecorato

Ruggieri Rocco, soldato di 1ª categoria, chiamato alle armi e arruolato al 13° Reggimento Bersaglieri (62° Battaglione) il 4 dicembre 1915; restò in territorio “dichiarato in stato di guerra” dal 28 gennaio 1916 al 3 novembre 1918.
L’ 8 gennaio 1919 era imbarcato per Tripoli (Libia); fu insignito della Croce al Merito di Guerra in virtù del Regio Decreto n. 641 del 21 maggio 1916 per le fatiche sostenute nel corso della Prima Guerra Mondiale nonché della Medaglia Commemorativa della Guerra 1915 – 1918, quella a ricordo dell’Unità d’Italia e della Medaglia Interalleata.
Ad onor di cronaca si segnala il suo arruolamento volontario per la guerra di Etiopia nel novembre 1936; svolse operazioni di guerra in Africa Orientale; il 19 maggio 1941 fu fatto prigioniero dalle truppe inglesi e scarcerato il 4 settembre 1945.
Si sposò dopo la Grande Guerra ed ebbe quattro figli di cui uno morto ad un anno; morì nel 1975.
                                                                                                                                Carmela De Stefano


lunedì 10 luglio 2017

Perché ricordare i reduci?

Sarli Nicola, classe 1895
Il libro si apre proprio con questa domanda, a cui gli autori rispondono con un'altra: perché ignorarli? Solo perché riuscirono a salvarsi e a tornare a casa? In realtà, anche i reduci affrontarono una difficile prova e dettero testimonianza di coraggio civile; i loro sacrifici, le ferite, le malattie, la prigionia, le mutilazioni, gli atti di ardimento sono, quindi, assolutamente degni di ricordo!

Le loro storie, inoltre, non solo risultano significative quanto quelle dei caduti, ma sono certamente anche più coinvolgenti perché i reduci erano i nostri nonni, persone che abbiamo conosciuto e visto invecchiare in mezzo a noi, al cui affettuoso ricordo si aggiunge la gratitudine per l'esempio di vita che ci hanno lasciato.





venerdì 7 luglio 2017

Storie di anzesi nella Grande Guerra: i reduci

L’Associazione L’Idria è orgogliosa di annunciare che tra poche settimane verrà pubblicato un secondo libro dedicato agli anzesi che parteciparono alla Prima Guerra Mondiale.
Al libro dedicato ai caduti pubblicato con successo l’anno scorso, segue, infatti, quest’anno uno dedicato alle storie dei reduci, frutto dell’approfondimento degli studi intrapresi già due anni fa e che hanno permesso a L’Idria di allestire la mostra documentaria sui reduci che si è tenuta lo scorso agosto.
Mostra documentaria sui reduci della Grande Guerra
Anzi, agosto 2016
 Oltre all’accurato lavoro di ricerca documentaria che ha permesso di ricostruire con esattezza le storie dei reduci anzesi, il libro contiene anche interessanti studi che riguardano la realtà sociale ed economica di Anzi all’epoca, la condizione femminile, le onoreficenze conferite dopo la guerra e molto altro ancora. Il “cuore” del libro è, invece, costituito dalle testimonianze vive di quanto vissuto in guerra attraverso il ricordo che i reduci hanno lasciato ai familiari con i loro racconti. E così molti anzesi sono stati chiamati a contribuire alla realizzazione di questa parte del libro frugando nella memoria, confrontando i propri ricordi con quelli di altri parenti e alla fine elaborandone la testimonianza indiretta. I racconti che sono confluiti nel libro spaziano da quelli di momenti drammatici ad altri riguardanti aspetti del quotidiano, fatti salienti in ogni caso che hanno lasciato una traccia così vivida e indelebile nella memoria degli ex soldati da meritare di essere raccontati e ricordati.

R. A.