mercoledì 19 luglio 2017

Il ricordo della Prima Guerra Mondiale di Buchicchio Saverio

Mossi sempre dall'intento di far conoscere l'ultimo grande lavoro storico-documentario e letterario dell'Associazione L'Idria, il libro Storie di anzesi nella Grande Guerra: i reduci, pubblichiamo qui di seguito uno dei preziosi ricordi di uno dei reduci, Saverio Buchicchio, riportato dall'omonimo nipote.

Il ricordo della Prima Guerra Mondiale di Buchicchio Saverio

Anche mio nonno, Saverio Buchicchio, è stato un reduce della Grande Guerra; in particolare ha combattuto sui monti a nord di Bolzano.
Mi parlava sempre delle lunghe giornate di combattimento, dei tantissimi morti e di come la sera lui e gli altri del Reggimento cercavano di trasportare i feriti a valle per curarli.

Un pomeriggio mio nonno, dopo aver “divorato” 3 scatolette di carne (la razione di una settimana) con la consapevolezza che se “doveva morire almeno sarebbe morto con lo stomaco pieno” vide un soldato ferito magro ed esile di corporatura. Senza perdere tempo gli disse: “appena suona la sirena aggrappati a me…reggiti bene perché non mi fermerò per nessun motivo.”

La paura di essere catturato era tanta ecco perché in pochissimo tempo arrivò giù a valle.
"…Quando ho visto la “malparata” mi sono caricato un mio fratello sulle spalle e…ci siamo salvati…diceva sempre e ancora…sono sceso da quella montagna più veloce di uno stambecco…."
Purtroppo quasi tutti i soldati feriti che erano a valle furono costretti a ritornare in montagna durante la notte perché l’indomani dovevano continuare a combattere contro gli Austriaci.
Mio nonno pensava che non poteva essere punito anche perché aveva salvato un “suo fratello” ferito in modo grave mentre lui aveva solo una piccola ferita al naso causata dallo scoppio di un ordigno e quella scheggia penetrata nel naso l’ha tenuta per tutta la vita.


Ringraziamo per questo ricordo il nipote, Saverio Buchicchio

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